Rap feat SerD: com'è andata?
Lunedì 13 maggio si è concluso il laboratorio "Rap time": special guests gli operatori del SerD di Conegliano!
Che la musica fosse di moda e soprattutto che la musica facesse moda è dato certo, e lo sanno bene anche i ragazzi e le ragazze del Progetto Giovani di Vittorio Veneto!
Da sempre al Centro Giovani comunale “Città di Criciuma” si sono succeduti negli anni contest musicali, laboratori, workshop e corsi di canto, gare canore e concerti dal vivo, e tutti hanno spaziato tra i più vari generi musicali, arrivando alla popolazione giovanissima, giovane e non della città.
Quest’anno in particolare è stato avviato, affiancandosi allo spazio “Singing” del lunedì all’interno della programmazione settimanale dello Spaccatempo, il laboratorio RAP TIME grazie al prezioso contributo dell’artista AJ Quent; il corso, collocandosi come spazio di crescita personale e di gruppo in cui sperimentare, confrontarsi e migliorare le tecniche musicali, si è svolto negli scorsi mesi di Aprile e Maggio e, oltre ad affrontare la struttura musicale di un tipico testo rap, le battute e le tecniche vocali, la scrittura e la tenuta di una jam session, ha scaturito soprattutto tra i ragazzi iscritti riflessioni attuali sulla storia del rap sui contenuti che essa porta, molte volte travisati o stigmatizzati, come le sostanze, le dipendenze, la sessualità e gli eccessi.
Colto questo prezioso stimolo, la riflessione è maturata in un pensiero più ampio, meritevole di una condivisione allargata a tutta la rete che confluisce attorno al Progetto Giovani.
Oggi è sufficiente guardarsi intorno per capire che il rap è ovunque, non esiste una canzone o spot che non abbia l’uso ritmico della parola, nella stessa musica leggera si riscontrano inserti di rap. In realtà il rap, mutato anche in trap, demonizzato per il suo slang crudo e diretto, porta con sè un “sommerso” di emozioni, opinioni e accuse ben più forti e accese dei toni che usa, oltre che a rappresentare l’espressione della cultura giovanile.
Se tutto questo è vero allora si è voluto intenzionalmente dare il giusto peso a questo potente mezzo comunicativo. Tra i ragazzi è nato un canale musicale parallelo di narrazione di sé e sono emersi i loro racconti, le proprie canzoni, le vicende significative della propria vita, anche dolorose: infatti nelle rime dei testi visionati si è potuto rintracciare desideri, emozioni (come rabbia, paura, ecc.), oppure tematiche più ampie come povertà, emarginazione, violenza, solo per citarne alcune. I ragazzi e le ragazze si sono detti nel rap “liberi/e di parlare di sé senza inibizioni, utilizzando il nostro gergo…dicendo tutto quello che il resto del mondo non dice o ci censura”.
Dal laboratorio RAP TIME, che si colloca all’interno di una cornice più ampia di servizi del territorio rivolti ai giovani, una rete attiva che mira alla prevenzione, all’informazione e all’educazione dei ragazzi, l’equipe educativa del Progetto Giovani ha pensato, proprio nell’ottica di educare alla prevenzione, di iniziare una serie di appuntamenti che mettano in comunicazione i giovani e il territorio con le diverse realtà operanti nella zona, e su diversi temi emersi durante le attività svolte al Centro Giovani, nelle attività di formazione scolastica e di cittadinanza attiva e nei laboratori afferenti allo Spaccatempo.
I servizi presenti nel territorio e i ragazzi diventano così protagonisti di un percorso mirato che informa, educa, sostiene e collabora nel creare opportunità di incontro, condivisione, dialogo e confronto, allenando i giovani ad essere sempre più attenti e partecipi della realtà in cui vivono.
Ecco da qui il primo appuntamento avvenuto a metà maggio, nella sede del Centro Giovani Criciuma! L’incontro informativo/riflessivo ha visto l’apertura del dibattito con il Centro per le Dipendenze Giovanili, sportello gratuito, attivo nel territorio: la partenza è stata immediata e i temi presi in considerazione sono stati l’utilizzo di cannabis ed alcol fra i giovani.
All’incontro sono stati presenti circa una decina di ragazzi, e non solo i futuri rapper di Vittorio, ma anche Peer e appassionati di musica, i quali, attraverso delle attività di gruppo e degli spunti statistici, hanno avuto modo di riflettere sul consumo di queste sostanze non solo nelle occasioni sporadiche bensì in diversi archi temporali: ultima settimana, ultimo mese, ultimo anno e in quali circostanze.
Parallelamente, attraverso esempi di canzoni, pubblicità e serie tv, si è ragionato circa la presenza, ormai normale e sdoganata, di queste sostanze nella vita di tutti i giorni; da qui il perseguire l’obiettivo principale dell’incontro: scaturire e coltivare il pensiero critico nei nostri giovani cittadini.
Il rap è stato così la chiave di accesso a questo pensare, che oltre a permettere la narrazione libera e fluida tra i presenti, abbattendo paure e differenze generazionali, ha messo in luce il coinvolgimento attivo e l’apprendimento critico tra gli stessi partecipanti. Dai loro ragionamenti si è potuto capire quanto e come le stime numeriche emerse fossero influenzate dal loro gruppo di pari e dai loro comportamenti imitativi e di massa, a volte per nulla pensati ma solo agiti. Si è potuto parlare oltre che degli aspetti antisociali e delinquenziali di alcuni gesti o di alcune notizie di cronaca, anche di empatia e di sofferenza, di rabbia e di delusione, di sfide e di vittorie, portando il gruppo a nuove consapevolezze e prospettive differenti.
E grazie a questo confronto, sapientemente guidato dagli esperti presenti, il rap si è trasformato in uno strumento educativo di facile applicazione e soprattutto coinvolgente ed accattivante.
Se il pensiero critico si pone come punto fondamentale di questo lavoro di rete attorno ai giovani, che coinvolge tutti gli attori della comunità educante e che si propone di renderli capaci di un ragionamento accurato e coscienzioso, proiettato verso un sentirsi cittadini attivi e attenti all’altro, allora l’incontro “Rap Time featuring SerD” si è rivelato un primo modo diverso per fornire un approccio culturalmente critico: come nei generi odierni della trap e del drill in cui si rintraccia l’esaltazione dei modelli a rischio, oggi gli educatori e gli operatori sociali, nonché il mondo della scuola, possono partire dall’analisi e dal contenuto dei testi di questi giovani per portarli, per mano..(magari rappando le loro storie!) ad una riflessione più ampia.